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Sulla provinciale Udine - Povoletto tre automobilisti raccolgono un labrador vagante

30 Novembre 2017


Verso le 17,30 di oggi, mentre stavamo per rientrare in casa, tre persone con un cane nero si sono avvicinate chiedendoci se quel cane fosse nostro. Lo avevano raccolto in strada nell'incrocio vicino la nostra via. Il cane, un labrador adulto, non aveva collare e risultava difficile trattenerlo per questo motivo le persone ci chiedevano se per caso avessimo un collare da prestare in attesa che arrivassero i cinovigili. (che tra l'altro erano già stati chiamati da circa mezz'ora). Vista la situazione, freddo, buio, cane tendente a scappare, la soluzione migliore l'abbiamo subito trovata cioè far entrare il cane nel nostro giardino recintato. Detto, fatto. Uno dei "salvatori" informava subito i cinovigili della nostra disponibilità comunicando nostro nome, via e telefono. Saluti e ringraziamenti da parte delle tre persone. 
Passa il tempo e alle 17,52 arriva una chiamata dei cinovigili. Non trovano la nostra casa, nonostante le indicazioni del navigatore. Dato quindi indicazioni. Ore 18,02, niente, non ci trovano. .Nel frattempo arriva in bicicletta a casa nostra il proprietario del cane, giunto su indicazione dei cinovigili. Alle 18,15 ancora nessuna traccia dei cinovigili che, anche se il cane è stato recuperato dal padrone, devono comunque presentarsi per verbalizzare. Mio marito ed io rientriamo in casa, il proprietario rimane fuori in attesa... 
In conclusione, tralasciando di fare commenti sui tempi d
'attesa, voglio far presente che le 3 persone non erano insieme ma singoli automobilisti che si erano fermati per prestare soccorso al labrador. Beh, un buon segno di civiltà

Tanti, tanti cachi

Novembre 2017

... per farsi una scorpacciata, per fare delle composte e per regalare a parenti e amici. 
Ce n'è in abbondanza anche per la gioia degli uccelli

















































































***Elisa Colavitti è su Facebook***


E' volato in cielo l'angioletto nero

Giovedì 16 Novembre 2017

Gatta Matilde, alle ore 8:20 di questa mattina, ha cessato di respirare.

La stavamo curando da una settimana. Il problema predominante era una forte diarrea che portava avanti da qualche giorno. Questa circostanza deve aver contribuito ad aggravare il quadro clinico già compromesso dalla stomatite felina e, molto probabilmente dall’insufficienza renale. 
Purtroppo le cure prestatele, sia da noi che dal nostro veterinario, non sono valse a nulla. 
Anche se negli ultimi giorni la  diarrea stava regredendo, il deperimento non cessava, nonostante Matilde ce la mettesse tutta per mangiare. Pesava 1,5 kg.


Matilde proveniva dalla colonia felina che personalmente accudisco per conto del Comune di Udine. Aveva, si presume, circa 12 anni. Era stata sterilizzata dal Servizio veterinario locale che aveva tra l'altro provveduto ad inserirla nella BDR - Banca dati regionale dell'anagrafe felina dopo l'applicazione sottopelle  del codice identificativo  (microchip) 
Due anni fa l'avevo catturata per  meglio accudirla in casa, dato che presentava difficoltà nella masticazione a causa, appunto,  delle piaghe in bocca.  
La gatta, come avviene con la maggior parte dei gatti di colonia, non si era del tutto abituata al contatto umano. Era piuttosto diffidente e non gradiva essere toccata. Quando lo facevamo reagiva soffiando ma senza mai graffiaci.  In questi ultimi giorni di malattia, data la sua debolezza, aveva accettato e gradito il contatto con noi, e lo dimostrava facendo le fusa e la "pasta". 
E' molto doloroso e deprimente perdere un animaletto. Quando succede (purtroppo ci è successo troppo spesso dato il numero dei gatti randagi raccolti nell'arco di più di trent'anni),  il mio stato d'animo crolla. Fortunatamente  la presenza in casa di tanti altri animaletti da assistere mi da una scossa per reagire. 
Ricordo Matilde quando era in colonia. Lei, gatta tutta nera, era la più vecchia del gruppo. La identificavo, fra i numerosi gatti neri, per il suo modo di posizionarsi al momento della distribuzione dei pasti ma anche per la presenza di due tagli all'orecchio sinistro di cui uno era il segno dell'avvenuta sterilizzazione. 
Ricordo anche quella volta che si presentò zoppicante, dopo giorni di assenza, con la zampina posteriore destra penzolante. Aveva avuto una disavventura (investita?, caduta?). Catturarla era impossibile. Matilde però non rimase senza assistenza. Quando la notte arrivavo con l'auto, immettendomi nella stradina che porta alla colonia, lei mi aspettava sotto una macchina parcheggiata,  distaccata dal gruppo dei mici,  in attesa che le lanciassi qualche boccone. Quando finivo di alimentare il gruppetto di gatti e loro si allontanavano, lei lentamente si avvicinava  alla mia auto  e dopo aver mangiato e bevuto in abbondanza si allontanava pure lei. Questo per molto tempo fino a quando la sua zampina si risistemò. Purtroppo in breve un altro disagio iniziò a renderle la vita in colonia difficile, la stomatite.  La cattura a questo punto era indispensabile. Dopo diversi tentativi, in un attimo di distrazione della micia...eccola in gabbia e poi in casa. 
Matilde è' vissuta due anni in serenità in ambiente caldo, sicuro, lontano dalla vita disagiata del gatto randagio. Ora riposerà per sempre nel giardino di casa in compagnia di altri angioletti.
Per la parte burocratica, a giorni comunicherò, con mail  Pec  al Comune di Udine e al Servizio Veterinario, il decesso della micia per la sua cancellazione dalla Banca dati regionale dell' anagrafe felina.

***Elisa Colavitti è su Facebook***